lunedì 6 luglio 2015

3 sentieri in Piemonte tra storia e natura

Cosa fare il venerdì sera? 

Trovarsi a casa di amici intorno a un tavolo e decidere insieme quale sentiero intraprendere il giorno dopo.

A tale scopo ritengo siano molto utili le carte dell’Istituto Geografico Centrale, che ho collezionato nel corso degli anni. Sono carte edite dall’Istituto Geografico Centrale in scala 1:50.000 oppure 1:25.000 e si riferiscono all’Arco Alpino Occidentale, coprendo le regioni del Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. 


Inoltre l’IGC pubblica anche guide di montagna sempre riferite alla stesse zone territoriali, che forniscono un valido supporto alle carte, aggiungendo dettagli e descrizioni dei tempi di percorrenza e del percorso, qualche nota storica e curiosità laddove richiesto. 

               
                      
Ovviamente tali carte non sono soltanto utili nel momento in cui si deve decidere l’escursione da fare per immaginare sentieri e calcolare distanze e dislivelli, ma sono fondamentali durante l’escursione per non perdersi.
La scelta è sempre difficile, ma grazie a spunti presi qua e là: internet e racconti di amici appassionati di montagna, si riesce sempre a fare la scelta giusta. La scelta è guidata, oltre che dai gusti personali, anche dal tempo atmosferico (immancabile l’occhiatina a Nimbus), dal tempo a disposizione e dalla forma fisica. 

Di tutte le gite fatte, voglio raccontarne 3 che mi hanno colpito particolarmente: l’ascesa al monte Chaberton con la Batteria eretta in cima, il traforo di Romean e il Buco di Viso, compreso nel giro del Monviso. Questi bei trekking hanno in comune un pizzico di avventura in più, pur trattandosi di semplice escursionismo, e tanta storia. Per cui oltre ai soliti scarponi non dimenticate qualche attrezzatura in più, come la lampada frontale, gli stivali di gomma, i guanti di lana… 


MONTE CHABERTON 

Località di partenza: Claviere (q. 1790 m) – val di Susa 
Arrivo: Monte Chaberton - 3131 m 
Dislivello: 1341 m 
Cartografia: IGC n° 1:50000 n.1 Val di Susa Val Chisone 
Difficoltà: E (Escursionismo) 
Tempi: h 3/3,30
Quando: Luglio 2006 


 

Il monte Chaberton si trova sul confine tra Francia e Italia, la vetta è orograficamente in territorio italiano, ma politicamente appartenente alla Francia (il passaggio avvenne dopo la Seconda Guerra Mondiale). Il forte ha una storia un po’ infelice, eretto per essere una fortificazione inespugnabile, beneficiando della posizione strategica della vetta, venne quasi interamente distrutto al primo giorno di bombardamenti. Fu costruito tra il 1898 e il 1910 con 8 torrette rotanti armate di cannoni. Le torrette visibili anche da valle rendono inconfondibile la vetta dello Chaberton. 

Vetta dello Chaberton
Batteria dello Chaberton

Inutilizzato e disarmato durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1940, con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, il Forte venne utilizzato per bombardare presidi militari francesi. Tuttavia al primo bombardamento da parte dei francesi 6 delle 8 torrette vennero distrutte. 

La mia gita, in compagnia di mio padre e un amico, parte da Claviere. Era luglio 2006. Dopo una lunga e faticosa salita si arriva al colle dello Chaberton 2671 m, dove il sentiero si unisce alla strada militare che parte da Fenils (frazione di Cesana Torinese) e arriva fino alla vetta del monte. Il sentiero si fa più dolce e largo, tuttavia risulta comunque faticoso a causa dell'altitudine: ci si avvicina ai 3000 m di quota. Alcune persone potrebbero avvertire mal di testa e nausea. 



In cima allo Chaberton

Una volta raggiunta la cima (3131 m) la tentazione di esplorare le torrette è stata forte. La visita non è però raccomandabile perché torri e gallerie sono pericolanti e perché all’interno è presente ghiaccio e acqua. Per cui se non si è persone esperte e attrezzate (torce, caschetto, ramponi, abbigliamento caldo e impermeabile) non è consigliabile avventurarsi all’interno. Io mi sono limitata a scendere dentro la torretta meno diroccata mediante una scaletta di ferro e mi sono affacciata alla galleria sotterranea, che era impraticabile senza ramponi per la presenza di una continua lastra di ghiaccio. 

Ecco alcune viste dell'interno del Forte:










PERTUS DI ROMEAN 

Località di partenza: frazione Ramats (Comune di Chiomonte) 1030 m 
Arrivo: cima dei Quattro Denti di Chiomonte 2106 m 
Dislivello:1076 m 
Tempi di salita: h 2,30 
Cartografia: IGC n° 1:50000 n.1 Val di Susa Val Chisone 
Difficoltà: E (Escursionismo) 
Quando: Ottobre 2007 

Passeggiata interessante sia da un punto di vista storico che naturalistico. 
Intrapreso il sentiero che parte da Ramats, si raggiunge la quota di 2019 m, dove si trova il tunnel di Romean: una galleria scavata in 7 anni dal 1526 al 1533 da Colombano Romean. 

Ingresso al Pertus

All'interno e all'uscita del Pertus

È lunga 433 m ed ha le dimensioni giuste per far passare un uomo in piedi (alta 2 m e larga 0,80 m). Fu costruita per portare l’acqua dalla Val Clarea alla Val di Susa, alle frazioni di Cels e Ramats. Colombano Romean era uno scalpellino nato a Ramats che viveva in Francia. Impiegò 7 anni per lo scavo della galleria, avanzando 20 cm ogni giorno. Percorrendo il tunnel sono riconoscibili i segni del suo scalpello nella roccia, si incontrano inoltre nicchie dove venivano appoggiate le lanterne e visi e croci scolpiti nella roccia. Consiglio di percorrere il tunnel tra agosto e ottobre quando la portata dell’acqua è bassa. Portare assolutamente torcia o meglio lampada frontale e abbigliamento adatto a fango e acqua (eventuali stivali di gomma e impermeabile). 

Bello anche il panorama in vetta con le tipiche formazioni rocciose a forma di guglia. 

Segnavia

Guglie di Pietra sulla cima dei Quattro Denti

GIRO E BUCO DEL VISO 

Località di partenzaPian del Re - 2020 m 
Arrivo: Pian del Re - 2020 m 
Dislivello: circa 2400 in salita 
Tempi di salita: 2 giorni (7 h di camminata al giorno circa con pernottamento al Rifugio Vallanta) 
Cartografia: IGC n° 1:50000 n.1 Monviso 
Difficoltà: E (Escursionismo) 
Quando: Agosto 2010 

Il Monviso, detto anche Re di Pietra, con la sua tipica forma a triangolo (visto dal lato italiano) è montagna per eccellenza, come potrebbe disegnarla un bambino. Invece visto dal lato francese è quasi irriconoscibile ed è caratterizzato da un “dado di pietra” incastonato sotto la vetta. Risulta pertanto molto affascinante la gita per ammirare da tutti i lati questo gigante di pietra. 

Monviso, lato italiano

Monviso, visto di fianco

Monviso, lato francese


La gita è molto bella, facile, anche se impegnativa per la lunghezza. Sicuramente distribuita su 3 giorni risulta molto meno faticosa. 

Un altro aspetto divertente del sentiero è il “buco del Viso”: una galleria lunga 75 metri che collega la Francia all’Italia. Si trova a quota 2882 sotto la vetta del monte Granero e  permette di evitare il più impervio colle delle Traversette a quota 2950 m. 





È il primo traforo alpino della storia, realizzato nel 1480 per agevolare i traffici commerciali tra Italia e Francia. Fu realizzato con tecnica diversa rispetto al traforo di Romean: venivano impiegati 2 o 3 uomini che davano fuoco alla roccia e successivamente la inondavano con acqua e aceto bollente, a questo punto la roccia diventava friabile e veniva colpita da martelli e picconi. 

Buco del viso - sezione e descrizione

All’interno del tunnel consiglio di portare la lampada frontale e vestirsi adeguatamente (indossare guanti), nella galleria fa molto freddo e verso l’uscita sul lato francese abbiamo trovato ghiaccio su cui ci siamo un po’ arrampicati per uscire fuori.

Noi prima di entrare

All'interno

Buona escursione a tutti!

Stefania Lazzarin


Nessun commento:

Posta un commento