lunedì 6 luglio 2015

Satchmo (La mia vita a New Orleans)

Premessa n. 1 : non è la recensione di un libro, ma un semplice invito alla lettura dell'autobiografia di Louis Armstrong, dei primi venti anni della sua vita a New Orleans.


Premessa n. 2, ovvero "della mia educazione musicale" :


i miei primi ricordi musicali risalgono ai primi anni '60 (ora si direbbe ai "mitici anni '60"), quando bambino ascoltavo la radio o i dischi in vinile a 45 o a 33 giri (il giradischi di casa aveva un commutatore per ascoltare anche i dischi a 78 e a 16 giri, questi ultimi non credo di averne mai visti o ascoltati). Si trattava, per lo più, di musica "leggera" italiana del momento : Celentano, Villa, Pavone, Mina, Milva, Michele, Rossano, Nico Fidenco, Modugno, Sergio Bruni, ecc.


Nell'estate del '68 cambiai casa e nella nuova, mia mamma fece installare dalla SIP (l'antenata di Telecom)la "filodiffusione", eccellente mezzo che consentiva di ascoltare 24 ore su 24 musica di ogni genere.


La mia educazione musicale intanto si affinava con l'ascolto di Paoli, Tenco, De André, Battisti, i primi gruppi "pop" : i Giganti, i Camaleonti, Equipe 84, i Formula Tre. Tra gli "stranieri", imperversavano, alla fine dei mitici '60, Antoine, Mal e i Primitives, i Vanilla Fudge,Aphrodite's Child,ma, soprattutto i "fab four" cioé i Beatles.



Locandina Woodstock


Il mio "balzo in avanti", musicalmente parlando, avvenne nel settembre del 1970, quando preadolescente vidi al cinema Lux il film "Woodstock" (tre giorni di pace, amore e musica), mitica kermesse musicale che riunì migliaia di giovani nell'agosto del 1969 (un mese dopo i primi uomini sulla Luna !)in U.S.A. al cospetto di musicisti blues e rock tra cui Crosby, Still, Nash e Young, Joe Cocker (With little help from my friend nella sua interpretazione è anche meglio dell'originale dei Beatles !), Santana (con il giovanissimo batterista che era un "gigante" in Soul Sacrifice),Joan Baez, Janet Joplin e, sopra tutti, Jimi Hendrix. Fu un "colpo", solo poche settimane dopo aver visto ed ascoltato Jimi, venire a conoscenza da un piccolo trafiletto su "la Stampa" che era prematuramente morto a Londra a soli 28 anni : era uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi (per anni la suoneria del mio telefono mobile è stata "Hey Joe...").


Da adolescente, siamo nella prima metà degli anni '70, i miei gusti musicali si sono orientati simultaneamente verso il progressive rock britannico (soprattutto, King Crimson e Pink Floyd), i cantautori nazionali (De André e Guccini), il Jazz (dalle origini alla fusion).


Ora, da anziano, appena posso, soprattutto in auto, ascolto musica, soprattutto jazz, specie il "cool jazz" (Miles Davis, John Lewis, Dave Brubacke, John Coltrane, Clifford Brown, Chet Baker).



Satchmo (la mia vita a New Orleans).



Ho letto questo libro a 15 anni e il mio ricordo è che più che una "classica" autobiografia fosse un "romanzo" avvincente, emozionante, "bellissimo".



Armstrong, il cui nome è spesso associato al jazz stesso, nacque a New Orleans, città-porto fluviale dell'immenso Mississippi, il 4/7/1900, così almeno diceva lui (altre, più recenti fonti, invece, indicano il 4/8/1901, ma poco importa...).




Il 4 luglio è per gli americani un giorno molto importante e, anche se non fosse vero, Louis Armstrong nacque in uno dei giorni più importanti per gli americani e importante lo divenne, grazie alla musica, per tutto il mondo!


Storylville inizio XX secolo

Crebbe in uno dei quartieri più malfamati della città, Storylville, tra prostitute, giocatori d'azzardo, musica, tanta musica : all'epoca le "band" musicali gareggiavano tra un marciapiede e l'altro della città o dentro locali, in cui ballerine-prostitute danzavano sopra i tavoli, e lì nacque il jazz, anzi, New Orleans fu la prima "capitale" del jazz, soppiantata nella prima parte degli anni '20 da Chicago, allorché i migliori jazz-men di New Orleans "migrarono" a Nord, nella grande città affiacciata sul lago Michigan.



Armstrong a circa 25 anni


Louis Armstrong, noto come Satchmo, partì dal gradino sociale più basso, mangiava i "resti" che i "bianchi" lasciavano a sua nonna (domestica)e tutte le settimane, per sopravvivere alle possibili infezioni intestinali, lui e la sorella, si sorbivano dei purganti potentissimi. La vita di Satchmo avrebbe potuto virare nell'anonimato sottoproletario ed, invece, a tredici anni, fu arrestato con altri "monelli" mentre sparava (ma era la notte di Capodanno)con una pistola rubata e rinchiuso in carcere minorile. Dopo la disperazione dei primi giorni, l'assenza dell'amore della nonna, della mamma e della sorella, tra le angherie dei più grandi e dei carcerieri, lì imparò a suonare la "cornetta" e, più tardi, divenne uno dei più affermati trombettisti e cantanti di jazz.


Nel 1922 fu ingaggiato da Joe Oliver, che a Chicago venne soprannominato Joe "King" Oliver, anche lui di New Orleans, e Satchmo si trasferì a Chicago, ormai lanciato in una fulgida carriera musicale, ma il suo cuore restò sempre tra le bettole, la sporcizia e la promiscuità gioiosa e chiassosa del suo quartiere di New Orleans.




Satchmo al muretto di Alassio



Buona lettura (e vale anche a chi di jazz non sa nulla). (per chi fosse interessato : attualmente il libro è edito da "minimum fax" ; io lessi Satchmo nell'edizione di Garzanti, nel lontano 1972). 

Roberto Curatolo



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