mercoledì 25 novembre 2015

Il Cerchio (dedicato a noi brontiane)


"Sembri un gatto acciambellàto davanti al fuoco".
Quando lui le parla, la sua compagna ascolta sempre con attenzione, soppesando le parole, il tono, il sorriso. "Sei lì tranquilla, col tuo libro in mano. Potrebbe cascare il mondo e tu forse non te ne accorgeresti".
Lei ride. "Davvero? Sono così altrove?".
"Beh, delle due l'una: o sei una specie di Siddharta imperturbabile, o stai leggendo la storia più bella del mondo".
La donna abbassa gli occhi, accarezza la pagina. "C'è qualcosa di me, qui, che aspetta di essere cercato".
"Una risposta?".
"Una domanda. Uguale alla mia".


Lei è figlia di uno spaziotempo diverso, ha uno spleen nostalgico che la porta ad inseguire un senso, una rivelazione.
E' come quando d'estate, al mare, guardi il cielo e aspetti - sai - che prima o poi qualcosa brillerà. Per la donna è lo stesso. Ogni libro letto è un'attesa. Ogni domanda in più è già una risposta.


"Dovendo scegliere?".
"Ti direi Cime Tempestose".
"E perchè?".
"Perchè Heathcliff è un puro. E' la prova vivente che l'amore non perdona, non ammette bugie e torna sempre all'origine della sua storia".
"Detto così fa quasi paura".
"Infatti è spaventoso. L'amore è spaventosamente leale".


A volte, quando un libro la sconvolge, lei ha bisogno di camminare, di muoversi. Può anche accadere che qualche conoscente la incontri per strada, la saluti e non riceva risposta.
Concentrata con tutte le sue forze nell'intuizione di una nuova coincidenza, la donna tira dritto, non vede e non sente. E' isolata in una bolla quintessenziale che la rende parallela.
- Non puoi fermare all'improvviso la giostra dalle mille luci, non puoi smorzare di colpo l'energia centrifuga del suo movimento: bisogna avere pazienza, lasciarle chiudere il cerchio.


"E come ti spieghi questo tuo vivere adesso? Voglio dire, proprio adesso, in un millennio che corre veloce e ti somiglia poco?". Seduta al tavolo di un Caffè del Centro, l'amica del cuore, inquieta e fascinosa, parla fissando il tè dentro la tazza bianca. Ci soffia sopra, piano. "Le storie che leggi ti danno una risposta?". Lei, prima di pronunciarsi, si guarda brevemente intorno, come a misurare il giusto equlibrio tra quello che sta per dire e il contesto in cui si trova. "I libri non rispondono. Se sei fortunata, ti corrispondono".
L'altra, che conosce la donna molto bene e sa apprezzarne lo stile anacronistico, sorride appena, continuando a sorseggiare il suo tè. Sembra che quel primo appiglio, quelle poche parole bastino da sole a completare il discorso. Le fanno venire voglia di aspettare.
"Ognuno di noi è depositario di qualcosa", spiega lei. "E' inevitabile per la logica della conservazione: se manca un anello, se non c'è congiunzione, il cerchio si spezza". Abbassa lo sguardo. "Anche quando senti di vivere in un'epoca che non ti appartiene, questo errore, proprio in quanto tale, ti consapevolizza rispetto a ciò che devi custodire e trasmettere".
L'amica si scosta i capelli dagli occhi, si volta verso i due ragazzi giovanissimi seduti al tavolo vicino, immersi nel mondo fluido e straniante dei loro smartphone. Dice: "Una sorta di memoria ancestrale da condividere".
"Sì", conclude lei, "a conferma che nell'errore non c'è nulla di sbagliato".


Lui la guarda con una punta di sincero umorismo. "Non puoi proprio farne a meno, eh?".
Lei spalanca gli occhi, chiede: cosa?
"Di indagare, di leggere, di trascinare nel gorgo romantico anche la tua migliore amica". Ride. "Sei irriducibile".
Mentre siedono a tavola per cenare, l'uomo resta sempre colpito da qualcosa. Una frase, un'espressione del viso, un evento, un concetto. Dai varchi quotidiani, fatti di condivisione semplice e profonda, filtrano i discorsi importanti che legano la sua vita a questa stranissima donna.
"Il tuo punto di partenza è diverso", argomenta lei, "tu sei un cartesiano evoluzionista. Proietti tutto in avanti in modo oggettivo, basandoti sull'assioma sperimentale e scientifico". Si versa del vino rosso, solleva il bicchiere per brindare silenziosamente col compagno. "Non dico che sia più facile, per te, ma certo non hai bisogno di interrogarti in continuazione".
"La scienza, per progredire, si interroga eccome".
La donna scuote la testa. "La scienza non si interroga. Al massimo, insegue la natura per scoprire i suoi segreti e farli propri". Si alza, raccoglie i piatti e li vuota degli avanzi. "Quando una domanda preme dentro di te, l'ultimo dei tuoi pensieri è andare a caccia delle risposte altrui". Si abbassa davanti all'uomo, per guardarlo dritto negli occhi. "L'originalità è la differenza sostanziale tra un poeta e un positivista". Gli afferra gentilmente il naso tra due nocche e glielo tira un po', per gioco. "Caro il mio Galileo".


Ed è così, con questo senso circolare e immaginifico, che la donna attraversa i giorni e comprende il suo tempo. Tenendo stretti a sè i maestri inconsapevoli,
raccontando le ultime scoperte a chi le vuole bene, facendo tesoro dell'ignoto.


Vittoria Mazzilli

Il signor Oreste

Al signor Oreste piace molto la puntualità e ,come tutti gli anni, si reca 1 mese prima della scadenza alla Assicurazioni Taurinensi per rinnovare la sua polizza auto.
Gli piace quel palazzo maestoso che gli ricorda con orgoglio l’anno di fondazione.
Gli dona sicurezza e quel pizzico di orgoglio sabaudo che lo rende anche molto fiero di possedere da 40 anni la sua adorata FIAT 125 blu.



TO N39387 




L’abitudine di quel gesto ripetitivo quasi non gli fa notare che l’insegna da rossa è’ diventata blu . E L’insegna dice ANONIMA ASSICURAZIONI.
Pensa subite a quelle diavolerie pubblicitarie moderne ..quelle che chiamano marketer o giù di lì insomma .Lui non ci capisce molto di queste cose inglesi .
Lui e’ stato un ragioniere alla FIAT ,è un uomo di numeri e di bilanci, precisione tutta italiana ,anzi come dice lui ,sabauda. Quando all’ingresso però trova una barriera di vetro con porte scorrevoli , comincia a sospettare che ci sia qualcosa di realmente nuovo. Un portiere gentile ma deciso gli chiede il documento e dopo avergli dato una tesserina di plastica con la quale gli ha aperto le porte scorrevoli , lo fa accomodare in un salottino. Alle pareti non ci sono più i ritratti rassicuranti di Camillo Benso e di piazza Vittorio ma degli strani cartelloni con slogan in inglese e tante visi giovani ma sconosciuti. Quando gli dicono però che il suo assicuratore e’ andato nel frattempo in pensione esclama dentro di sé un bel “Boja faus” . Ma quante cose sono cambiate?


-Ma nooo Chiel a l’era cosi giuv…’!!- commenta tra sè il nostro Oreste sempre più smarrito. L’attesa ne salottino si prolunga per 40 minuti buoni . Oreste amante della precisione e della puntualità comincia a spazientirsi e quando vede passare una giovane ragazza prende il coraggio a 2 mani e la ferma . Lei e’ una neo- laureata con master , collaboratrice a progetto che lavora GUARDA CASO !! al settore auto : Bene !! esclama tra sé ,magari la può aiutare per il rinnovo della sua semplice polizza auto.
“NO !! Mi dispiace io lavoro all’ufficio Black Box” esclama la ragazza. …
"Cosa ca l’e la black box ??"


Ah si ho capito, ne ho sentito parlare in banca, ma non mi interessa; la mia FIAT 125 è del 1974 e non reggerebbe una simile diavoleria .. “MA Lei secondo il suo probabile kilometraggio annuo, potrebbe usufruire di uno sconto del 12% ! “ - incalza la giovane.
"No guardi non mi interessa .."
"Ma c’e anche la funzione Panic Button” …
Cosa ca l’e il panic batton ??




Io desidero solo pagare e ritirare il mio sacrosanto tagliando .

“Guardi che può anche interrogare il dashboard tramite una app del suo smartphone!!".



E’ un dialogo tra sordi . Oreste spazientito dopo 50 minuti prende l’ascensore e prova ad andare al quarto piano dove si ricordava esserci il settore auto . Le porte si aprono è gli dicono che li c’e solo un centro liquidazione sinistri ; il settore auto e’ emigrato all’ ottavo. Riprende l’ascensore che lo catapulta velocemente quattro piani più su : NO ! il settore auto si è nuovamente spostato da 10 giorni al secondo secondo . Oreste ridiscende giù ma sta oramai perdendo la sua calma olimpica. Arriva al secondo piano ma trova una specie di deserto di Gobi : scopre suo malgrado che sono tutti riuniti per un Strategic Commettee … Cosa ca l’le sto strategic comm…quello li ??





Lui voleva solo pagare la sua normalissima , banalissima, semplicissima polizza auto; quella che gli fanno da 40 anni a questa parte. Oreste ridiscende mestamente gli ultimi 2 piani a piedi . Alle pareti ritrova le foto con gli slogan in inglese che ,anche se non lo conosce l’inglese, secondo lui vogliono dire che il cliente è importante e al centro dell’attenzione della ANONIMA ASSICURAZIONI . Oreste sorride amaro .Lui ha già deciso che terrà la sua adorata FIAT 125 blu in garage e girarà in tram.





P.S. : L’ISTAT ci  ricorda che in italia abbiamo più di 16 milioni di pensionati ;probabilmente gran parte di loro vedono il mondo delle assicurazioni come il ragionier Oreste e non in modalità web 2.0. Non dimentichiamoci di loro.



Vladimiro Fumero            



La scrivania di domani


Avete mai pensato di cambiare scrivania? 

No, non intendo spostarvi da una stanza all'altra, ma di cambiare città e lavoro, non perchè non siete soddisfatti di quel che state facendo, ma semplicemente perchè volete qualcosa in più.

Io l'ho fatto e cinque anni fa sono approdata per scelta nella meravigliosa città di Torino. 

Vedute torinesi, 2015

Il grande "Ma...?"

Quando prendi una decisione del genere, l'entusiasmo spesso prende il sopravvento su qualsiasi altro ragionamento logico  

"Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce" (cit Pascal)

Nel nostro zainetto prima di partire abbiamo calcolato bene tutto?
 
La mobilità,la flessibilità nel lavoro e il cambiamento di mansioni che i tempi attuali richiedono li sappiamo affrontare davvero? 

Credo non esista una formula precisa per uscirne vincitori, ma in verità il bello sta proprio qui.

Quante scoperte potrà mai riservarci questo nuovo viaggio..?


Sono molti gli aspetti che però vengono in qualche modo sottovalutati:

·    Aspetti psicologici
  (i cambiamenti repentini ti privano di riferimenti fondamentali)


·    Sociologici  (un contesto diverso, la cultura può essere 
molto diversa da quella di provenienza)
·    Lavorativi (modelli organizzativi diversi, stili di comportamento)
·    Ambientali (il clima, la città stessa)

Vedute triestine, 2010


I'm Different 

 Ti senti letteralmente fuori orbita, volato via da una giostra in piena corsa.


Avete presente il teletrasporto stile Star Trek? Siete stati scomposti e ora dovete ricostruirVi per poter ricominciare.



E' una sensazione paragonabile all'avere una scatola di Lego con tanti pezzi e di poter costruire tante cose belle: 

i visionari e i sognatori non smettono mai di vedere, pensare, sentire.


Ma per uno strano caso della vita ti rendi conto che con i Lego tu non sai più giocarci, le circostanze e la routine quotidiana hanno fatto si che tu mettessi in disparte questa tua fantastica capacità di uscire dagli schemi.

Ci sono molti strumenti e tecniche che posso fungere da supporto in situazioni del genere,  ma ad oggi sono forse poco diffusi.


"Lateralmente Pensante"



Psicodramma

Quando saper giocare può rivelarsi utile anche al lavoro:


Come giustamente diceva Platone:

"Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che 
in un anno di conversazione"

Dipendenti Bnl al Maker Faire- Roma 18/10/2015
La totale e completa immersione quotidiana in questa sfida è stancante, ma estremamente sfidante e piena di stimoli.

Più alleniamo il nostro cervello a percorrere strade diverse, maggiori saranno le prospettive che si apriranno in futuro


Un progetto del genere dà ampio respiro alla multiculturalità e porta innumerevoli benefici, ma affinchè possa esprimersi al meglio va supportata nei suoi aspetti “laterali”

Strumenti fondamentali per poter affrontare al meglio la situazione: grande pazienza, tanta determinazione……………………………..

e un cuore ribelle, forse anche un po' fuori dagli schemi.


 


Chiara Apostoli

-un cuore ribelle-


Le doti nascoste in ognuno di noi

In una valle non molto frequentata del Piemonte, la Valchiusella, vive dal 1977 una comunità che molti dipingono come una setta, tant’è vero che fino allo scorso anno era guidata da un vero e proprio guru: la Federazione di Damanhur. Il luogo mi ha sempre affascinato, perché oramai ricco di leggende sui suoi abitanti, i  loro usi e i loro costumi, a partire da quello che impone ad ognuno di essi di perdere il nome proprio per acquisirne due: uno di animale e uno di vegetale. Ragion per cui la zona pullula di persone che si chiamano Coboldo Melo, Bisonte Quercia, Elfo Frassino e via discorrendo.
Molti anni fa, quando venni a scoprire della loro esistenza, erano appena balzati alle cronache per aver costruito abusivamente, in anni di lavoro, un tempio sotterraneo della profondità di trenta metri abbellito con affreschi e tecnologie tali da suscitare l’interesse non solo della guardia di finanza, ma anche del Ministero della Cultura.

Il tempio dell'Umanità a Damanhur

Fu così che, chiacchierando al lavoro in una pausa caffè, un collega mi disse: “parlane con Andrea, lui sa come stanno le cose”. Andrea era un personaggio molto conosciuto, rappresentante del sindacato dei funzionari, mite e preparato. Fu molto felice di parlarmene, arrivando un giorno armato di piantine e mappali della Valchiusella. “I terreni dove esiste Damanhur appartenevano alla mia famiglia!” disse orgoglioso: “ci trovavamo con gli amici nei weekend, gente comune: un meccanico, un esercente di un distributore di benzina, qualche dipendente d’azienda. Poco a poco uno di essi, Oberto, iniziò a parlarci di alcune doti che aveva scoperto di possedere e che secondo lui erano insite in ognuno di noi”.


Scoprii così che il leader della comunità, Oberto appunto, alias Falco Tarassaco, era stato nientemeno che un collega. Di un’altra compagnia, ma esperto come me di sinistri e liquidazioni auto. Il racconto del collega proseguì in modo quasi torrentizio: “Pensa che quando iniziammo a scavare nel terreno per costruire il tempio, trovammo subito le rocce e nessuno di noi sapeva maneggiare gli esplosivi. La prima volta che li usammo portammo via tutto il tetto della baita che ci eravamo costruiti come rifugio!”

esplosione 7

Andrea non era sicuramente uno sprovveduto, ma quando parlava di Oberto gli si illuminavano gli occhi. Affermava senza dubbi di averlo visto fare cose soprannaturali come ad esempio materializzare l’oro con un semplice gesto della mano. Altri giuravano di averlo visto spostarsi da un luogo all'altro con la telecinesi. "Quando però le cose iniziarono a prendere una piega troppo esoterica, mi spaventai e abbandonai la comunità, rimanendo comunque amico di tutti quanti".
Fu così che maturai la convinzione che ancora adesso mi conforta in questi anni di incertezza lavorativa dovuta all’unificazione: se qualcosa dovesse andare storto, seguendo l'esempio di Falco Tarassaco, posso sempre cambiare mestiere e fondare una mia setta personale.

Paolo Macina

giovedì 19 novembre 2015

Botticelli sotto la Mole: Madonna con Bambino alla Galleria Sabauda di Torino





Mi sono sinceramente emozionato quando, casualmente, visitando il pian terreno della Galleria Sabauda di Torino, mi sono imbattuto in quello che considero un autentico gioiello: la 'Madonna con Bambino', attribuito a Sandro Botticelli o alla sua bottega.
Davvero non potevo credere che la mia austera città custodisse, inconsapevole, una simile meraviglia, così ho pensato di descrivere la tavola a chi ancora non la conosce:


L'opera è una tempera su tavola di 81 x 56 cm, realizzata negli anni '80 del Quattrocento e destinata alla devozione privata. Alla fine dell'Ottocento è stata donata dal marchese Crosa di Vergagni alla Casa Savoia.


Il primo piano dell'opera è occupato dal Bambino, il secondo piano viene definito dal volume del corpo della Vergine; sul piano di fondo sono presenti delle tipiche costruzioni da paesaggio nordico, che presentano uno sviluppo verticale, ad indicare l’esperienza d’Oltralpe maturata dall'artista.


La disposizione delle figure si presenta a piramide con al vertice il capo della Vergine, reclinato rispetto all'asse  delle spalle, con la stessa inclinazione della più nota ‘Venere’ custodita agli Uffizi.



I panneggi, ben resi dalle numerose e diverse pieghe, sono voluminosi e riempiono la base dell'ideale piramide compositiva, insieme al corpo del Bambino e ad un massiccio capitello. Ammirevole risulta il gioco di luci ed ombre all'interno delle pieghe, stratagemma adottato per accentuare l'illusione della tridimensionalità della figura (volume), tanto che pare quasi di poter percepire la pienezza delle forme.


Il colore è steso con pennellate piene e appare in genere intenso, ma all'occorrenza la sapienza del Maestro riesce a farlo apparire addirittura traslucido.
Appare evidente la predominanza del pigmento verde scuro, diretto richiamo alla raccomandata virtù teologale della Speranza.
La veletta trasparente ad ornamento del capo della Vergine, vuole alludere alla Purezza di Maria, condizione indispensabile all'Incarnazione. L'orlo del velo è reso con un ricamo in oro, da sempre attributo della regalità, applicato con tocchi precisi e delicati di pennello, così da esaltare l'effetto illusorio di trasparenza del tessuto.
Infine lo sguardo che si muove accarezzando l'opera, non può evitare di notare il rosso scuro della mantella di Maria e quello appena più pallido della melagrana, qui usata come iconografia del sangue e del martirio di Cristo e non, come altrove, auspicio di prosperità, abbondanza o fertilità.


Gli occhi del Bambino sono rivolti verso l’alto, in cerca della Trascendenza e sono di un intenso colore azzurro, come il cielo retrostante alle figure.
Gli occhi della Vergine sono di color nocciola chiaro, richiamano il colore dei capelli, resi con un delicato effetto ondulato. I lineamenti del volto  sono delicati, lo sguardo rivolto verso il basso è pensieroso, perso nella contemplazione del futuro destino. Inevitabile il parallelo con i tratti somatici della più nota ‘Nascita di Venere ’.


Da notare a margine, la presenza sulla sinistra di una colonna classica dalle linee pulite, essa stessa simbolo della Madonna o di Dio stesso (si pensi alla devozione spagnola alla Nostra Signora del Pilar - Madonna della Colonna).


Infine, il capitello su cui poggia i piedi il Bambinello, caratteristico di un'arte greca antica, ma 'pagana', potrebbe a mio avviso alludere all'idea dell'insegnamento di Cristo, come dottrina del Saggio che ha saputo integrare nel proprio messaggio le punte più avanzate della filosofia greca. 
Mi pare chiaro il riferimento al presunto plagio da parte degli antichi filosofi dell'insegnamento della Rivelazione (v.Filone d'Alessandria).


Mappa stradale

Gianluca Maria

Z come....Zumba!

Sono sempre stata una persona piuttosto pigra.
Lo sport non mi riguardava personalmente  ma lo praticavo comodamente in poltrona,  fino a quando, un piovoso giorno di autunno di cinque anni fa,  guardandomi riflessa nello specchio di casa,  così triste e goffa, ho deciso di iscrivermi in palestra e iniziare a danzare .
Ho iniziato un po’ per gioco e  un po’ per disperazione, a praticare tutte le più svariate discipline musicali esistenti  in palestra.  Dall’aerodance alla movida, dal pump al tone up, dal  movimento latino fino alla  zumba e al reggaeton!

Fino a ridurmi così.....

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Chi non hai mai visto questo simbolo?

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Zumba (https://www.zumba.com/it-IT/)è una delle mie attività preferite. Viene definita come “una lezione di fitness musicale di gruppo che utilizza i ritmi e i movimenti della musica caraibica , mixati con i movimenti tradizionali dell'aerobica” ma nella realtà, chi la pratica sa, che è molto di più di una semplice lezione di fitness.
È appartenenza ad un gruppo in continua evoluzione che conta circa 15 milioni di praticanti nel mondo ( tra cui Jennifer Lopez,  Victoria Beckam, Emma Watson, Halle Berry e tanti  altri) . 

E’ un’attività completa cardio –vascolare che unisce al consumo di calorie e alla tonificazione ,  un elemento unico  e nuovo  mai riscontrato,  ovvero il sorriso.

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Chi l’ha creata? 



L’ormai noto  Beto Perez,  un istruttore di fitness come tanti, di Cali, in Colombia, che un giorno , dimenticatosi a casa la lezione preparata per i suoi allievi , decise di creare una lezione alternativa con musiche latine. Fu un successone  e  da allora la sua vita cambiò radicalmente divenendo uno dei gli sportivi più pagati e di maggiore al successo dell’America Latina.


Io ho iniziato per caso in un momento di difficoltà personale,  e ho poi scoperto, danzando, che si possono scaricare le tensioni,  alleggerire i pensieri e sorridere stando insieme a delle persone che condividono la tua stessa passione senza alcuna distinzione.  

Senza dimenticare che si resta in forma imparando i movimenti sinuosi della salsa e della bachata  e altre volte, invece, possiamo liberare tutta la nostra energia  nel  più coinvolgente dei reggaeton! 

Oltre alle normali attività in palestra,  saltuariamente si organizzano eventi, master e fiere del fitness. E' una bella soddisfazione farne parte!

Consiglio a tutti di provare almeno una volta dopo un'intensa giornata di lavoro!



Antonella Di Gregorio