mercoledì 25 novembre 2015

Le doti nascoste in ognuno di noi

In una valle non molto frequentata del Piemonte, la Valchiusella, vive dal 1977 una comunità che molti dipingono come una setta, tant’è vero che fino allo scorso anno era guidata da un vero e proprio guru: la Federazione di Damanhur. Il luogo mi ha sempre affascinato, perché oramai ricco di leggende sui suoi abitanti, i  loro usi e i loro costumi, a partire da quello che impone ad ognuno di essi di perdere il nome proprio per acquisirne due: uno di animale e uno di vegetale. Ragion per cui la zona pullula di persone che si chiamano Coboldo Melo, Bisonte Quercia, Elfo Frassino e via discorrendo.
Molti anni fa, quando venni a scoprire della loro esistenza, erano appena balzati alle cronache per aver costruito abusivamente, in anni di lavoro, un tempio sotterraneo della profondità di trenta metri abbellito con affreschi e tecnologie tali da suscitare l’interesse non solo della guardia di finanza, ma anche del Ministero della Cultura.

Il tempio dell'Umanità a Damanhur

Fu così che, chiacchierando al lavoro in una pausa caffè, un collega mi disse: “parlane con Andrea, lui sa come stanno le cose”. Andrea era un personaggio molto conosciuto, rappresentante del sindacato dei funzionari, mite e preparato. Fu molto felice di parlarmene, arrivando un giorno armato di piantine e mappali della Valchiusella. “I terreni dove esiste Damanhur appartenevano alla mia famiglia!” disse orgoglioso: “ci trovavamo con gli amici nei weekend, gente comune: un meccanico, un esercente di un distributore di benzina, qualche dipendente d’azienda. Poco a poco uno di essi, Oberto, iniziò a parlarci di alcune doti che aveva scoperto di possedere e che secondo lui erano insite in ognuno di noi”.


Scoprii così che il leader della comunità, Oberto appunto, alias Falco Tarassaco, era stato nientemeno che un collega. Di un’altra compagnia, ma esperto come me di sinistri e liquidazioni auto. Il racconto del collega proseguì in modo quasi torrentizio: “Pensa che quando iniziammo a scavare nel terreno per costruire il tempio, trovammo subito le rocce e nessuno di noi sapeva maneggiare gli esplosivi. La prima volta che li usammo portammo via tutto il tetto della baita che ci eravamo costruiti come rifugio!”

esplosione 7

Andrea non era sicuramente uno sprovveduto, ma quando parlava di Oberto gli si illuminavano gli occhi. Affermava senza dubbi di averlo visto fare cose soprannaturali come ad esempio materializzare l’oro con un semplice gesto della mano. Altri giuravano di averlo visto spostarsi da un luogo all'altro con la telecinesi. "Quando però le cose iniziarono a prendere una piega troppo esoterica, mi spaventai e abbandonai la comunità, rimanendo comunque amico di tutti quanti".
Fu così che maturai la convinzione che ancora adesso mi conforta in questi anni di incertezza lavorativa dovuta all’unificazione: se qualcosa dovesse andare storto, seguendo l'esempio di Falco Tarassaco, posso sempre cambiare mestiere e fondare una mia setta personale.

Paolo Macina

Nessun commento:

Posta un commento