venerdì 13 novembre 2015

Metropolitana 2.0

Oggi vorrei parlare di come si sono evolute le ferrovie fino a diventare la versione 2.0 della metropolitana o, come è stata definita, la “metropolitana d’Italia” e della mia esperienza da pendolare.
Senza andare troppo indietro a momenti di gucciniana memoria...



...o dal prototipo Pendolino da una decina di anni le ferrovie hanno cercato di colmare il gap che si era creato con gli altri paesi d’Europa ampliando la propria rete di Alta Velocità (in seguito AV) e collegando le principali città del Nord Italia con il Centro Sud.

Rete ferroviaria europea al 2105


L’AV non solo ha costituito una valida alternativa all’uso dell’aereo ma ha cambiato il concetto di pendolarismo. Fino ad oggi il pendolare tendenzialmente si muoveva nell’arco di 50 km, utilizzava treni regionali che, come è noto, sono sempre più trascurati rimbalzando le competenze tra gli enti locali e le ferrovie.


Ritardi o soppressione del treno, posti insufficienti nelle ore di punta, sicurezza e scarsa pulizia sono solo alcuni esempi dei problemi tuttora presenti. Come per magia ecco arrivare dal cilindro la metropolitana d’Italia.


Non è chiaro se l’opportunità sia stata più per le aziende o per i lavoratori sta di fatto che i collegamenti tra le metropoli come Torino-Milano, Bologna–Firenze, Roma-Napoli sono diventate fattibili quotidianamente.


Le aziende hanno potuto spostare con ancora più facilmente le attività verso le città principali con l’attenuante dell’aggregazione mentre i lavoratori possono valutare diversamente alcune opportunità che gli si presentano.
Per quel che mi riguarda, inizialmente il viaggio sul Frecciarossa


è stato una novità, la comodità, andare a 300 km/h,


 i servizi riservati ai viaggiatori in stazione e a bordo.


Sembrava un mondo dorato, poi con il passare del tempo, come per tutte le cose, al bello ci si abitua e incominciano ad emergere i vari aspetti negativi, problemi comuni a tutti i pendolari ma che io, neofita del pendolarismo non avevo mai provato.
Ritardi, soste in mezzo alla campagna senza spiegazione, ricerca forsennata del posto con passeggeri che bivaccano nei corridoi e così via.
Una domanda che mi sono posto è: c’è differenza tra un pendolare locale e un pendolare AV? Premesso che sono doppiamente privilegiato perché oltre a viaggiare con l’AV utilizzo anche la prima classe, devo ammettere che secondo me ci sono differenze. Nonostante in questi anni abbia fatto amicizia con alcuni compagni di treno e ogni giorni ci siano aneddoti che si potrebbero raccontare, a mio avviso non c’è un rapporto solidale che si crea nel pendolare locale. A volte mi è capitato di fare il pendolare con la montagna ed ho notato che i viaggiatori sono quasi una comunità, si conoscono tutti, si aspettano, fanno gruppo. Nella tratta Torino – Milano, di vista ci si conosce tutti, ma la mattina si legge il quotidiano, la sera spesso si lavora al computer o al telefono, i pendolari sono mescolati con i viaggiatori occasionali. Il momento in cui c’è stata più aggregazione, a tal punto da far nascere un movimento dei pendolari dell’AV, è stato a conseguenza di un sovraffollamento tale che in tutto il treno era impossibile sedersi, con liti tra i passeggeri ed il personale di bordo e anche rischi per la sicurezza. In quel periodo l’atmosfera era proprio simile a quella vissuta dal pendolare locale.
I ritardi purtroppo oramai sono entrati nel nostro DNA, i classici 15 minuti sono all’ordine del giorno mentre a volte raggiungono anche i 60 minuti.
Da pochi mesi hanno inaugurato il Frecciarossa 1000 Pietro Mennea


Ma sinceramente da tifoso italiano orgoglioso del mitico record del mondo sui 200 mt a Città del Messico


e dell’oro olimpico a Mosca 1980


A volte mi vergogno di certe situazioni


Per concludere vi racconto un paio di aneddoti che mi sono capitati.

Il campione


Un giorno viaggiavo nel famoso salottino di carrozza 3, mini scompartimento da 4 poltrone, ed a fianco a me si siede un campione del mondo di calcio, idolo di mio figlio che stava andando ad un raduno della Nazionale a Coverciano. Lui legge la Gazzetta dello Sport, io La Stampa. Da sportivo ho subito pensato di chiedergli un autografo, domande sulla partita di domenica, sul perché alcuni giocatori un anno sono fenomeni e l’anno dopo dei “brocchi”, l’importanza dell’allenatore visto che è il primo che paga le conseguenze di una stagione negativa ecc. poi mi sono messo nei suoi panni. Sono le 8 del mattino di lunedì, deve fare 4 ore di viaggio se il primo passeggero che incontra lo pressa di domande in quel modo incomincia bene la giornata! Che rottura questo tifoso….
Morale, ho continuato a leggere La Stampa e al momento di scendere mi sono semplicemente complimentato del gol segnato il giorno prima nel derby. Lui probabilmente è stato contento del mio comportamento, mio figlio a cena mi ha urlato dietro!!!!


 Distrazione


Un venerdì pomeriggio, impaziente di rientrare a casa sono a Milano Centrale al telefono con un collega. Per anticipare la calca, guardo il tabellone dei treni in arrivo per individuare il binario del treno in arrivo da Roma che sarebbe proseguito per Torino. Arrivato il treno raggiungo la carrozza, mi siedo e continuo a parlare al telefono. Dopo qualche minuto mi rendo conto che il treno è particolarmente vuoto e silenzioso, mi concentro sul monitor di servizio e vedo che il treno è un Roma – Milano!!!
Chiudo velocemente la telefonata, cerco il treno per Torino che naturalmente è partito. Incapace di capire come ho fatto a fare un errore simile, scopro che arrivano 2 treni da Roma alla stessa ora ma solo uno prosegue per Torino, ed io ho scelto quello sbagliato e sono arrivato a casa un’ora dopo.

Stefano Manera

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